1. Iòtu e il piano planetario

In ciascuno di noi vive un pianeta interiore fatto di silenziose vibrazioni. rispecchia alla perfezione la struttura affettiva. sono il cielo e il mare del pianeta della musica

IÒTU scopre presto che vivere è soprattutto un’esperienza emotiva. Il suo viaggio comincia quando, di fronte al sentire del suo piccolo cuore, si aprono dentro di lui le porte di un paesaggio vibrante stupefacente pervaso da un vento d’entusiasmo che soffia forte. IÒTU alza le vele rosse di Loke 4862, libera gli ormeggi.

Inizia il viaggio nel Pianeta della Musica. Quel pianeta interiore comune a tutti in cui le emozioni si trasmettono per contagio.

2. L’ORO DEL SUONO

Nutrirsi di musica è nutrirsi di coscienza emotiva

Durante il viaggio tra adolescenza e adultità, IÒTU sopravvive alle fredde correnti d’inquietudine e d’incertezza arpeggiando giorno e notte, generando il vento emotivo di cui ha bisogno.

Cava da sé stesso la Musica e l’energia adatta a sorreggerlo, a orientarlo con fiducia e coraggio nel suo viaggio.

Ricavare oro dal suono
è un processo alchemico.
È operare fisicamente a cuore aperto
sulla gente con la Musica.
Bere i distillati della Fono-sintesi
conduce all’interiore spazio,
all’essenziale di noi.
Al motore, al carburante
che ci spinge avanti.
Governarlo non è scontato.
C’è chi osserva, ma non si è mai osservato.
Braccia, dita, piedi, gambe, occhi;
sciocchi che siamo,
a starci così lontano, si appanna la vista,
ci si perde di vista e tutto ci cade di mano.

Pensieri di carta, parole.
Strumenti che amiamo. Che usiamo sì,
ma per non rivelare chi siamo.
Cerchiamo nel nostro universo,
qualcosa ci vuole per uscire da questo incantesimo, potente, presente.

Serve magia. Serve la Musica.

La melodia della Musica.

Il suono il tempo il ritmo della Musica. L’armonia della Musica.

Superare questo bulimico
consumare inutile
è imparare a nutrirsi
di assenza, di equilibrio,
meno carne più coscienza.

Siamo l’invisibile che prende forma.

Vibrazione che muta da che sei nato,
emozione che non ha Nazione, Stato.

Lo sappiamo bene tutti quanti, attenti!

Siamo nessuno se non ti senti
di essere “Uno”.

Serve dell’altro pane, serve un lampo, un’altra visione.

Serve la Musica.

La melodia della Musica, il suono,
il tempo, il ritmo, della Musica.

L’armonia della Musica.

L’Oro del Suono che vive nella Musica.

L’armonia della Musica.

L’Oro del Suono che vive!

3. IL MONDO IN UNA NOTA

Nel Pianeta della Musica ogni suono è pervaso di vita operante

Sulla coperta di Loke IÒTU controlla la rotta. Per osservare appieno il Pianeta della Musica punta la prua verso l’estremità di quell’intima Galassia. Nella rotondità del microcosmo, nel macrocosmo, sperimenta la preziosità vibrante del tutto emotivo che vive nella goccia di rugiada come in una lacrima. C’è del familiare del fraterno in tutto questo, ne intuisce una forma “Nota”.

Ogni Nota è preziosa come un uomo;
come il suono del suo cuore,
il suo respiro,
come il suo primo e ultimo sorriso.

È il lampo di un pensiero,
come il mistero che hai negli occhi.
Come un gatto, la luna,
un oggetto caro che adori,
come gli amori che verranno,
sì verranno,
e I custodi del tempo lo sanno.
Ogni Nota è preziosa come uno strillo.
La paura di un bambino appena nato,
una lacrima versata su un prato
di emozioni calde come il sole,
fredde come la lingua sul gelato.

È come il giorno e la notte,
come due uova rotte, ma che ci nutrono.

Ogni Nota è preziosa come una donna,
mai seconda a un uomo,
perché a darti una carezza
sarà sempre lei la prima!
Ogni Nota è una perenne bambina
che dondola su un’altalena
fatta di vita tutta da respirare, vita!

Ogni Nota è preziosa come un figlio,
che germoglia nella terra di domani.
È un momento disperato e di gloria,
è la vittoria ed è uno sbaglio.
Uno sbadiglio addormentato che si sveglia e canta: «Siamo noi… la vera meraviglia!»
È armonia che insegna a stare insieme,
è il suono del progresso;
ma non quello del mercato delle cose,
lei non ci vuole prigionieri, ci vuole liberi!
Ogni Nota è preziosa come un uomo,
come una donna, un figlio;
perché una Nota è Musica,
ogni Nota è Musica.
E la Musica… Musica siamo!

4. AFROMEDINDIAN BLUES

Nello spazio emotivo l’area dei sentimenti
malinconico nostalgici vive in chi suona,
e appare magicamente in chi ascolta

IÒTU, attratto da bagliori di un colore blu dai riflessi viola, si dirige verso quell’area di firmamento. È dello stesso colore, dello stesso dolore vibrante degli uomini sottratti con la forza dalle loro terre per essere trasformati in schiavi. Naviga in quel flusso sonoro che nel Novecento i musicisti chiamavano Blues.

5. DEMOCRAZIA SOLIDALE

La Musica in quanto pura intenzione emotiva operante produce energia morale che soffia e orienta l’agire

In navigazione tra quelle correnti di Nostalgia velata di tristezza
la coperta di Loke è spazzata da freddi venti di Insicurezza,
di dubbi e paure che provengono da Società che usano e abusano, che riducono tutto a mercato, a economia. Sale il pensiero di una Democrazia Solidale che pratica l’Ecologia dei Sentimenti e che educa alla libertà emotiva e alla compassione.

Cos’è cantare se non si sa cantare.
Cos’è insegnare, se non si sa insegnare.
Cos’è cambiare, se non si sa cambiare.
Cosa produce tutto questo equivocare.
Esercizi di stile, di stile formale,
un arido fare.

Cos’è una copia, senza l’originale.
Cos’è far bene se non sai cos’è far male.
Cos’è un presente che non fa futuro
se non tempo sospeso, una prigione,
un muro. Una devianza malata?
Schizofrenia? Una strada sbagliata?
Ma chi ci dirà mai cos’è meglio per noi…

Cos’è compassione, per un tempo
che non sente senso di unità.
C’è un’altra strada? Qual è?
Cercasi nuova lucidità.
Cos’è la realtà se rompiamo
l’equilibrio, l’armonia,
il senso dell’insieme.
Qual è la strada qual è?
Un nuovo paradigma di socialità.

Cos’è che Leonardo avrebbe escogitato.
Cos’è che Jung avrebbe suggerito.
Cos’è che Terzani avrebbe scritto.
Cos’è che Battiato avrebbe detto.
La Cura sta nella fonte…
oltre l’orizzonte degli occhi.
La Cura ce l’hai nelle mani,
in luoghi lontani… così vicini a te.

Cos’è compassione per un tempo
che non sente senso di unità.
C’è un’altra strada qual è?
Cercasi nuova lucidità.
Cos’è libertà se non un vento d’armonia
a fin di bene, privo di catene.
Qual è la strada qual è?
Un nuovo paradigma di socialità.
Cercasi nuova felicità.

6. TI LASCIO DETTO
7. IO NOI LA MUSICA

Ci fu un tempo in cui certe generazioni ebbero
la visione del grande potere della Musica
sul sentire della gente

Nel chiuso della cabina IÒTU semina sul pavimento immagini di un periodo speciale. Fuori e dentro di lui cieli aperti. Immagini di un uragano al contrario da cui escono correnti di luce benedicente ricca di valori umanistici. Sentimenti tanto appaganti che ai giovani di quelle generazioni mancarono le parole adatte a trasferire quelle preziosità alle generazioni successive.
Poi sulle vele di Loke un rigurgito di violenza di spari e di guerra che per un attimo le gelano e le induriscono rischiando di farlo affondare. A soffiare sulle vele è ora il desiderio di raccontare quanto la Musica sia vitamina per la coscienza, quanto contrariamente alle parole, sia incapace di mentire.

8. È TUTTO VERO

Nello spazio emotivo dell’entusiasmo dimora la gioia della curiosità. Racconta che ogni viaggio vale la pena

È il tempo in cui il Noi che vive nel TU di IÒTU si fa largo regalando segnali di saggezza. Sulla coperta di Loke IÒTU sorride rilassato, osserva e si osserva con il suo prodigioso cannocchiale emotivo. Entra in una zona dai riflessi giallo dorati che incarnano gioiosa eccitazione ed entusiasmo. Cerca in cambusa una bottiglia vuota. La riempie con i suoi migliori sentimenti e pensieri sul viaggio della vita, la lancia nello spazio immenso del Pianeta della Musica. Chi la raccoglierà?

Ed è bello che sia così. È già buono che sia così. È già tanto che sia così, è già tanto.
È tutto vero se è reale.
È reale se puoi sentirlo nel profondo.
L’occasione è guardare l’Universo
riflesso in ogni azione, in noi stessi,
fabbricatori di sogni
a cui dare corpo e direzione.

È tutto vero se è reale. Come vivere.
Vivere non è un diritto, è un fatto naturale,
un dono che vale il prezzo di un sorriso.
Ed è bello che sia così. È già buono che sia così. Ed è già tanto che sia così, è già tanto.

Desiderare, mettere al mondo,
prendersi cura e poi lasciare andare.
Generati per generare.
Siamo pigmenti colorati, condensati,
siamo il più e il meno,
l’invisibile sostanza di ogni nuovo arcobaleno.

È tutto vero se è sincero (Se lo senti… se lo senti verità).
Prendere qualcosa che sai dover lasciare.
Prenderla per renderla migliore.

È la pena, il senso, il viaggio.
È tutto vero se è reale (Se lo senti… se lo senti verità).
Come l’arco temporale…
mai lungo abbastanza.
Un tempo in usufrutto, da godere tutto,
un tempo che non avanza mai.

Ed è bello che sia così. È già buono che sia così. È già tanto che sia così, è già tanto.
Desiderare, mettere al mondo,
prendersi cura e poi lasciare andare.
Generati per generare.
Siamo pigmenti colorati, condensati,
siamo il più e il meno,
l’invisibile sostanza
di ogni nuovo arcobaleno.

Ed è bello che sia così. È già buono
che sia così.
È già tanto che sia così, è già tanto.

9. IL SOGNO E LA STRADA

Nello spazio emotivo, nella dimensione della calma vive l’impulso di far sognare ad occhi aperti

Dopo la danza è il momento del riposo. Il calore si quieta, sale la voglia di fermarsi, di riposare. Accosta LOKE a dritta per avvicinarsi a un’area con poco vento, illuminata dai riflessi verdi di quella calma quieta che pervade la natura. Si distende in coperta come su un prato d’erba in un pomeriggio domenicale. Accarezzato da un suono gentile senza scosse, a poco a poco si addormenta. Sogna, e si vede sognare in un mondo di anime che si toccano scambiandosi un senso di pace e di consolazione.

10. NINI

La Musica è un continuo dialogare tra un intelletto che non può sentire e un cuore che trabocca di emozioni

Loke naviga e si fa sera, poi notte. Oltre la piccola vela rossa, appare la grandezza del firmamento vibrante di zampilli luminosi di suono. IÒTU lo osserva ispirato come può accadere a due amici che in una calda sera d’estate alzano lo sguardo al cielo e si perdono in riflessioni sul senso religioso, sull’energia dell’universo. IO e TU sono quei due amici. In quella calma di bonaccia TU accenna un dialogo con IO. IO ascolta e tace. Non pronuncia una sola parola, ma lo segue, più convinto della sua amicizia.

Guarda che silenzio di luci,
in questa notte splendente.
Luci che cercano occhi, continuamente.
Pare tutto più limpido, sereno;
ti vedo anche meno diffidente…
lo sai che sento poco anche quell’aria,
quel disagio che da anni ci segue
e non ci molla mai.

L’ironia la usi spesso, sì,
come fosse un carnevale.
Per ogni nefandezza, malvagità,
per qualsiasi cosa che ci possa far male,
t’inventi un lato comico, divertente.
Così finisce che ogni mostruosità
ha la sua maschera,
una maschera sorridente.
Perfino anche quel certo bruciore interiore
stanotte mi pare assente.
In pausa anche la rabbia traboccante,
quel continuo insultare tutto
e tutti che mortifica gente.

Dai… c’è poco da ridere, sorridere, riflettere sì.
Tu invece Nini continui a mostrati forte, indifferente, cinico, così.

Ma chi è che guida questo tempo innaturale, Nini.
Questa benedetta intelligenza artificiale, Nini.
Questo tempo dove anche
le nostre più eroiche circostanze
rischiano di perdersi in un vuoto sterile,
in un fare tutto per niente.

Ma non lo vedi che progetti, sogni,
il meglio che abbiamo,
è tutto un volo di farfalle in gabbia,
nel giardino hollywoodiano
di un Dio planetario assurdo, onnipotente,
che ha il Copyright dell’inutile
e con quello domina il presente.

Sarà forse lo spirito della Natura
e dell’Arte che bussa incessantemente
a lavorare sull’anima
fino a renderla cosciente? Forse sì!
Ma tu lo sai bene Nini,
non puoi più far finta di niente.
Siamo legati da patti di cuore,
come ogni cosa vivente.
Serve operare: lucidamente.

È tutto qui!
È il momento di rendersi conto.

11. INCANTO E AMICIZIA

Nel pianeta della Musica prima di ogni suono, tra una nota e l’altra, domina il silenzio.
È li che avviene ogni trasformazione

Tornati un’unità IÒTU si rimette in viaggio. Loke percorre una rotta che lo porta in un tratto di spazio vibrante in cui tutto si ferma come sospeso. Una sorta di bolla dove domina il silenzio. Uno spazio dove tutto di trasforma, dove lo straniero è accolto e diventa amico.

Guarda che silenzio di luci,
in questa notte splendente.
Luci che cercano occhi, continuamente.
Pare tutto più limpido, sereno;
ti vedo anche meno diffidente…
lo sai che sento poco anche quell’aria,
quel disagio che da anni ci segue
e non ci molla mai.

L’ironia la usi spesso, sì,
come fosse un carnevale.
Per ogni nefandezza, malvagità,
per qualsiasi cosa che ci possa far male,
t’inventi un lato comico, divertente.
Così finisce che ogni mostruosità
ha la sua maschera,
una maschera sorridente.
Perfino anche quel certo bruciore interiore
stanotte mi pare assente.
In pausa anche la rabbia traboccante,
quel continuo insultare tutto
e tutti che mortifica gente.

Dai… c’è poco da ridere, sorridere, riflettere sì.
Tu invece Nini continui a mostrati forte, indifferente, cinico, così.

Ma chi è che guida questo tempo innaturale, Nini.
Questa benedetta intelligenza artificiale, Nini.
Questo tempo dove anche
le nostre più eroiche circostanze
rischiano di perdersi in un vuoto sterile,
in un fare tutto per niente.

Ma non lo vedi che progetti, sogni,
il meglio che abbiamo,
è tutto un volo di farfalle in gabbia,
nel giardino hollywoodiano
di un Dio planetario assurdo, onnipotente,
che ha il Copyright dell’inutile
e con quello domina il presente.

Sarà forse lo spirito della Natura
e dell’Arte che bussa incessantemente
a lavorare sull’anima
fino a renderla cosciente? Forse sì!
Ma tu lo sai bene Nini,
non puoi più far finta di niente.
Siamo legati da patti di cuore,
come ogni cosa vivente.
Serve operare: lucidamente.

È tutto qui!
È il momento di rendersi conto.

12. IL LAVORO DELLA BELLEZZA

Chi sta dietro la meraviglia di ogni nuovo incontro?
Ad alzare il velo della scoperta e della riscoperta ci pensa lei, La bellezza, quella di un suono, di un volto, di un fiore

Ripreso il viaggio, IÒTU si sente attratto verso uno spazio dove gli appare un fremore come quello del calore dell’aria sull’asfalto assolato. Un’area dai riflessi rosso carminio, quella dell’energia della volontà operante. Pensa ai riflessi di un pericoloso vulcano. È invece l’opera di uno spirito saggio, amorevole, appassionato. Quello della Bellezza che lavora per servire l’uomo.

C’è chi pensa la Bellezza come un fatto
di proporzioni, pesi, combinazioni matematiche.
Che la Bellezza sia una “cosa”,
misurabile, oggettiva.
Eppure viverla è un’esperienza unica, personale.
In fondo è giusto dire che:
il bello è davvero bello, se lo è per te.
Altri dicono che la Bellezza
è il frutto di un lavoro antico,
un lavoro di infinita pazienza,
di una saggezza buona
che nei millenni rende tutto più pulito, perfetto:
perfino gli atomi delle ossa.

A me piace pensare
che la Bellezza sia una magia,
l’abito migliore di ogni cosa:
di un suono, un cavallo, un quadro, un fiore.
Che sia stupore puro che cerca i nostri occhi,
i nostri sensi e in un lampo ci folgora.
E quando meno te lo aspetti,
eccola al lavoro la bellezza.
Perché in fondo il vero lavoro della bellezza
è quello di farci incontrare.

E se un Mistero c’è, sta in ogni incontro
che dà senso alla mia storia fin dall’origine.
E quanti incontri tra migranti
cuori in viaggio,
mi dico, tu farai, e rifarai.
Sei tu che cerchi o sei cercato da qualcosa,
da qualcuno, lo avrai di fronte: e sceglierai.

Occhi d’Africa, quel suo corpo,
quel suo tempio di bellezza,
quella perfetta virgola di tempo
in lotta in mezzo al mare,
non sappiamo se sarà vissuto o consumato.
Consumato come l’innocenza, l’ingenuità,
la gioia di meravigliarci.

Viviamola la bellezza, cerchiamola oltre
ogni apparenza, oltre la retina degli occhi.
Perché è lì che incroci il suo sguardo,
nel tessuto dei suoi abiti migliori.
Quelli di un suono, un cavallo,
un quadro, un fiore.
Lavora la bellezza, lavora per cambiarci,
per stupirci: lavora per farci incontrare.

E se un Mistero c’è, sta in ogni incontro
che dà senso alla mia storia fin dall’origine.
E quanti incontri tra migranti cuori in viaggio,
mi dico, tu farai e rifarai
sei tu che cerchi, sei cercato da qualcuno,
lo avrai di fronte: e sceglierai.

13. ALBERI

In fondo il Viaggio è condurre l’inconsapevole purezza del sentire ingenuo fino a potersi osservare lucidamente prima di tornare a sparire nel cosmo per un ulteriore viaggio

IÒTU si appresta a terminare il suo viaggio nel Pianeta della Musica. Vive il desiderio di far tacere il suo cuore lasciandosi attraversare all’armonia della vita. Si dirige verso il suo ultimo porto, proprio al centro del Pianeta della Musica. Un luogo in cui avverte quella sottile purezza del sentire che appaga a pieno la sua duplicità.
Si dirige verso quel triplo cerchio sacro che genera l’energia della quiete, l’energia delle piante. È lì che IÒTU termina il suo viaggio. Getta l’ancora. Scende dalla piccola scaletta di poppa. Lega Loke con una cima all’immagine del platano millenario meta di tante sue passeggiate. Prova a toccarlo con le mani, ad appoggiarsi con la schiena al suo grande fusto. Mentre ricorda le tappe di quel suo viaggio fantastico nel cielo delle amozioni, a poco a poco l’albero lo accoglie, lo sublima in lui. IÒTU può finalmente congiungere i suoi due opposti e far scorrere ciò che è diventato grazie a quel viaggio, unendosi all’energia degli immensi rami ed uscire, liberarsi nella luce per fonosintesi e fotosintesi attraverso tutte le sue foglie. Ora può cominciare un altro viaggio. Un viaggio verso le Stelle.