LETTERATURA

In tutta sincerità il bisogno di scrivere, di occuparmi di saggistica, mi è arrivato come esigenza, quando mi sono sentito un poco più pronto ad affrontare attraverso il codice parola, ovvero attraverso il codice verbale, quello non verbale, quello che nei miei libri definisco “Codice Musicale” Un codice parola, che per me non vuol dire conoscere la grammatica o l’analisi logica, ma riuscire a trasformare il mondo immaginativo che vive nella comunicazione non verbale del suono, in parole e frasi in grado di far nascere in chi legge, immagini pensiero o immagini emotive. A questo si aggiunge da un lato la necessità di fare ordine, di dividere per argomenti, il flusso dei pensieri che mi si affollano quando entro in risonanza con il tema del Mistero che trasforma la Musica in Emozioni. Dall’altro la necessità di “de-scrivere” le mie personali intime osservazioni ed esperienze su questi argomenti. La cigliegina sulla torta, del perché poi sia davvero importante che si scriva di Musica, mi arriva da una frase che mi ha fatto riflettere ben oltre la simpatica battuta di un mito della generazione Rock degli anni 60. “Parlare di Musica è come ballare l’architettura» diceva Frank Zappa. Questa, con tutto rispetto, è davvero solo una bella battuta. Ma se non avessimo un intelletto capace di tradurre in parole le nostre esperienze, anche le più complesse, portandole sul piano del dialogo scientifico, dell’arte, della letteratura o della poesia, la nostra vita sarebbe destinata a non progredire mai in termini di coscienza e consapevolezza. Per cui si può, anzi si deve poter parlare e scrivere di Musica.