LE MOSTRE
Negli anni, il mio percorso artistico ha avuto tante diverse sfaccettature, ma una sola vera protagonista: la Musica. Fin da ragazzo ho frequentato tanti palcoscenici e tante persone. Mentre a 14 anni facevo il mio primo tour europeo per le comunità italiane all’estero con un groppo di ragazzini talentuosi, per pagarmi le lezioni di chitarra il proprietario della scuola mi faceva insegnare ai più piccoli. Mi veniva bene, anche perché l’amore per il mondo del suono mi ha folgorato da bambino. Da li la curiosità di comprendere ragioni e modalità del suo operare sulla gente. Per la Musica, noi siamo marionette che rispondono per istinto ad ogni suo comando emotivo. Questa consapevolezza mi ha portato a maturare una curiosità che mi ha spronato a frequentare campi solo apparentemente diversi dall’arte musicale. Filosofia, psicologia, religioni, pensieri di Iniziati: il pensiero Greco, la razionalità Junghiana e la visione di Rudolf Steiner. Il Mio lavoro di ricerca sul rapporto tra Musica ed Emozioni inizia nel 1984, anno in cui nasce il CPM Music Institute e si amplia nel 1987, anno in cui assieme alla Musica entrai nelle carceri. La prima fu San Vittore che frequento ancora. In questi quarant’anni ho maturato l’dea che prima di tutto la Musica sia un’esperienza di relazione e di servizio per gli ascoltatori. Una relazione tra l’oggettività delle fonti sonore e la soggettività intellettuale, emotiva, culturale del singolo ascoltatore. È con questo pensiero che nel 2011 ho costruito un percorso parallelo a quello concertistico e letterale realizzando una simbologia visiva che mostra le forze del suono in relazione alla nostra comuni struttura affettiva. Mostre realizzate in spazi museali, pinacoteche e gallerie d’arte, che mostrano e fanno vivere agli ascoltatori, un quadro visivo del codice musicale e delle forze emotive che pervadono i flussi musicali. L’intento è offrire una visione della Musica che renda più liberi e consapevoli gli ascoltatori, che sappia raccontare la sacralità del mondo del suono nel suo legarsi alla nostra vita interiore. Le mostre esperienziali oltre a opere visive in cui emerge la simbologia per immagini che descrive il codice musicale prevede la diffusione di suoni intervallari ricavati dalle opere in ceramica, suoni che dialogano riverberandosi tra le pareti degli spazi espositivi.
Le mostre esperienziali sono segnalate con la dicitura M.E. Quelle antologiche M.A . Quelle permanenti M.P.